CASA DEL FASCIO

Nella parte orientale della piazza sorge una aiola, all’interno della quale è ben visibile, dal finire del 1998, il monumento “Ai caduti di tutte le guerre”.
La scultura in bronzo è opera del maestro Nunzio Bibbò (1946-2014). Con essa s’intende rendere omaggio a tutti i soggetti, che hanno perso la vita per la patria durante eventi bellici.
Attraverso una scala di pochi gradini si giunge nello spazio sovrastante al cui centro sorge una moderna opera a forma triangolare formata da due vetrate su una delle quali sono riportate le generalità dei caduti, sia nati che quelli quivi residenti, della seconda guerra mondiale, di quella Spagna e della precedente di Libia.
Sulla parete del muro domina, ben visibile, altra opera in bronzo sulla quale sono riportati i noi dei soldati di Montesarchio caduti nella prima guerra mondiale. Su di essa campeggia la frase ”Moriste in un baleno che v’illuminò la vita// Vivrete in una luce che v’irradierà la morte”
Questa lapide fu posta da un comitato che si batte per la sua posa, la quale fu possibile grazie ad una pubblica sottoscrizione.
Al fine di contenere la spesa si richiese al sottosegretario di Stato per l’assistenza militare e pensioni di guerra di far concede al comune un cannone di bronzo, preda della “grande guerra” da fondere e da cui ricavare la materia prima per la costruzione del bassorilievo.
La lapide ha scolpito ai lati due fasci littori, cioè una scure inserita tra le dodici verghe, mentre la parte superiore ed inferiore è divisa in quattro quadrati. Quelli superiori sono separati da un braciere da cui fuoriesce la fiamma, quelli inferiori dalla raffigurazione dell’Italia Vittoriosa.
Nei quadrati superiori sono scolpite due corone di alloro, mentre nei quadrati inferiori due diverse immagini: a sinistra la rappresentazione delle varie attività della gioventù, a destra quella di una coorte schierata. Nella parte centrale i nomi dei soldati di Montesarchio caduti durante la 1a guerra mondiale.
Sulla sinistra della lapide sorge la cosi denominata “Casa del Fascio”.
L’immobile di proprietà comunale era in stato di abbandono, agli inizi del decorso secolo XX°, fin quando, con atto del 30 Aprile 1922, il Comune lo cedette alla società operaia di mutuo soccorso dietro corrispettivo del canone annuo di lire 250. Dieci anni dopo la stessa “società operaia” con atto notarile del 31 Gennaio 1932 rinunciò al fabbricato a favore della locale sezione del fascio da combattimento per essere appunto adibita a “casa del Fascio”.
Il cav. D’ Ambrosio Vincenzo, Cassella Francesco e l’avv.to Costantino Ambrosone, provvidero a far eseguire dalla ditta Mercaldo Giacomo i lavori necessari affinché il fabbricato fosse rimodernato, ed all’interno lo stesso Mercaldo disegnò a rialzo sul muro le carte geografiche, riproducenti l’estensione territoriale dell’impero romano in diverse fasi e quello di quel tempo, mentre all’esterno fu disegnata la mappa dell’Italia con i confini di quel periodo.
L’ inaugurazione avvenne il 21 Aprile 1934.
L’edificio fu sede del Fascio anche durante il periodo bellico, rientrando nel dopoguerra, nella disponibilità del comune.
Nel 1947 i partiti Comunista, Socialista e d’Azione ottennero dall’Intendenza di Finanza l’autorizzazione ad occuparla per destinarla ad alloggio per i profughi dell’Istria, ma essi quivi non giunsero.
E’ stata sede della Pretura ed attualmente è ivi ubicata la biblioteca comunale.
Lo spiazzo antistante la casa del Fascio, in cui trovasi anche una fontana, la sottostante aiuola col suo monumento ai caduti sono oggi denominati “Piazzetta della Pace”.
GRAZIE AL NOSTRO A. T.