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PIAZZA UMBERTO 1°

Costituisce il fulcro dell’ espansione urbanistica di fine 1800 ed inizio del 1900; si formò sul terreno di proprietà della feudale famiglia D’ Avalos, intorno alla chiesa Annunziata ed all’ edificio detto “spidale”.
Agli inizi del 1700 lo spazio, posto a fianco della chiesa Annunziata e sul quale oggi sorgono locali commerciali ed abitazioni, noto come i “Ferrari” perché ivi sorgevano le botteghe di tali artigiani, era di proprietà dei D’ Avalos, come anche il terreno attualmente racchiuso dalle due attuali rampe di scale. Tali immobili, nel catasto onciario del 1744 sono riportati di proprietà di “Gio:Batta D’Avalos” e sono descritti “Membri sette di casa sottani per uso botteghe”
Nella parte a nord-ovest vi è il palazzo dei feudatari, attualmente palazzo De Bellis, confinante con l’ attuale via Roma, già corso Municipale, a sud vi è via S. Ten. Ant. Grasso, già strada Regia, poi via Partenope, ad est vi è Corso Caudino già anch’ esso strada regia.
Nella parte nord ovest vi è una stretta strada, oggi via Antonio Compare, che per le ridotte dimensioni era comunemente detta “cuparella”, prima ancora via Dogana, su essa sorge un complesso di case di proprietà comunale in cui in passato si alzavano vari negozi per la vendita delle carni, tanto che il luogo era chiamato “chianche”. In quegli immobili è sorta prima “la casa del fascio” ed attualmente trovasi la biblioteca comunale.
Lo spazio ad essi antistante è chiamato piazzetta della Pace.
Sul finire dell’800 la parte occidentale della piazza era attraversata da una strada in pendio, che era la prosecuzione dell’attuale via Matteotti; essa, costeggiata da alberi, portava fino a via Roma ed era chiamata via “Raglietelle”
Nella parte meridionale della piazza, di fronte al lato nord dello stabile ove trovasi l’orologio, vi è l’albero che “Proclamatosi in Napoli dal generale Championet la Repubblica partenopea, in una notte degli ultimi di gennaio del 1799 alcuni liberali, con a capo un certo De Simone, nella piazza del mercato settimanale di Montesarchio, piantarono l’albero della libertà, benedetto dal parroco Francesco Viele.”
Lo sviluppo della piazza, dopo l’unità dell’Italia, iniziò con una decisione comunale del 29.5.1867 con cui fu stabilito di espropriare un terreno di proprietà degli eredi D’ Avalos, esteso circa un moggio, per renderla più spaziosa e comoda.
Al centro vi è la fontana, opera di Carmine Biancardi, eretta nel 1868.
In essa, sin è tenuto fin a tutto il secolo scorso il mercato settimanale nel giorno del Lunedì.
Era chiamata piazza del Popolo, appunto a significare lo stretto legame con la gente ed il pubblico utilizzo della stessa.
In un breve ed ardito componimento in versi è rivolto al visitatore il seguente invito:
“ Sosta un attimo in questa dolce terra
popolata da Sanniti, fieri oppositor dei Romani,
ove la piazza era chiamata del Popolo
e l’albero in essa piantato era detto della libertà”
Sul finire del 1800 la piazza era circondata da alberi di noce fatuo lungo il lato meridionale e su via Partenope, nonché nella parte centrale lungo via Raglietelle e nella parte settentrionale, lungo il fabbricato che su di essa da nord la racchiude. L’ odore emesso da tali alberi era per gli abitanti fastidioso per cui si decise di abbattere tutte le pianti, vendere il legname e sostituire gli alberi di noce fatuo con platani ed acacie da collocarsi ai lati di via Raglietelle, che, come detto, attraversava la parte occidentale della piazza da sud verso nord.
Sulla piazza guarda l’ abitazione dell’ allora corso municipale n. 1, in quel tempo di proprietà di Verrusio Michele i cui pilastri vennero allineati nel 1873 in modo da conferire una migliore estetica alla casa ed essere in maggiore simmetria con la piazza, in special modo con i dirimpettai portici di palazzo D’ Avalos. I tre pilastri vennero allineati e lo spazio sottostante gli archi fu lasciato al pubblico percorso, tanto che venne dal comune curato la ricostruzione del selciato e degli scalini del portico.
La parte nord-est della piazza nel 1875 era delimitata dal terreno di proprietà di Alfonso Paolo e di Francesco Caturano avanti al quali sorgevano due piccole costruzioni di proprietà di Ferdinando Parente e di donna Gaetana Ambrosone.
In un primo tempo, precisamente 22.10.1875, gli amministratori decisero di dar inizio alla procedura espropriativa di tale spazio per allargare la piazza, ma successivamente, essendo intervenuta anche la Prefettura, che riteneva l’ampliamento della piazza non necessario ai bisogni del commercio, propose al consiglio la revoca della delibera precedentemente adottata la quale aveva dato luogo all’avvio dell’iter espropriativo. Il 10 settembre 1879, aderendo a tale proposta, il consiglio comunale ritenne l’ampliamento inutile e abbandonò il progetto.
Sul finire del decennio 1880 fu costruito un muro di sostegno alla banchina dei “Ferrari” e furono messi 10 basoli per rafforzare la tenuta della terra battuta che tendeva a scivolare causa il dislivello della piazza, in special modo nella parte antistante la chiesa dell’ Annunziata.
Nel 1890 gli alberi di alto fusto piantati venti anni prima in via Partenope, furono fonte di lamentela da parte di Alterisio Antonio, proprietario dello omonimo fabbricato esistente in quella via; costui chiese ed ottenne il loro taglio.
Il 29.07.1900 a Brescia fu ucciso in un attentato il Re Umberto I°, ed il consiglio comunale nella seduta straordinaria del 7 Agosto 1900 deliberò di intitolare la piazza a costui, per cui essa da Piazza del Popolo mutò la denominazione in Piazza Umberto I°, conglobando anche via Raglietelle.
Gli alberi di alto fusto piantati continuarono a creare problemi e nella primavera del 1903 furono tagliati e dalla vendita del legname si ricavò la somma Lire 112,00.
Si stilò nel primo decennio del 1900 un progetto per rendere più conferme alle moderne esigenze l’agorà cittadina e si incaricò il geometra Russo Cristoforo, peraltro consigliere comunale, di stilare il progetto che il 27 Maggio 1910 espose a quel consesso.
Esso prevedeva:
1) Espropriazione delle due botteghe avanti casa Caturano;
2) Demolizione dell’ edificio detto “spedale”
3) Abbattimento delle botteghe dei fabbri;
4) Demolizione della Cappella dei Morti.
Il progettista quantificò la somma occorrente per tale spesa in poco più di lire diecimila.
A tali opere dovevano seguire:
5) la pavimentazione della piazza parte a basoli e parte a massicciata stradale con ghiaia e pietrisco;
6) realizzazione di opera fognaria; per la realizzazione del tutto si preventivò la somma di lire 40mila.
Non essendo disponibile la somma occorrente prima si mutò il progetto proponendosi:
a) la costruzione di tredici botteghe a pianoterra di fronte al palazzo Alderisio col conseguente riempimento alle spalle;
b) la costruzione di un fabbricato di poco più di trenta arcate sviluppatesi a Nord ed a Ovest della chiesa della Annunziata, e continuando sulle botteghe di esso alla lettera a) ;
c) La costruzione di quartieri operai sul portico di cui alla lettera b) eccetto sul lato Nord della Chiesa.
Il progetto fu approvato e si iniziò a darvi avvio con la espropriazione dei due casotti esistenti in quel periodo di Lombardi Leopoldo e Parente dott. Francesco, richiedendo ai proprietari dell’ immobile retrostante i due casotti, stante il beneficio innegabile derivante da una valorizzazione delle loro abitazioni, di concorrere nella spesa sostenuta per attuare l’ esproprio.
Nel 1914, si giunse alla determinazione di pagare i proprietari dei casotti e di accettare il contributo dei proprietari delle retrostanti abitazioni cioè Crisci Angelo ed eredi Caturano Celestino, restando di proprietà del comune lo spazio ricavato dall’ abbattimento dei casotti.
Negli anni venti lo sviluppo del paese si estese verso sud della piazza ed iniziarono le costruzioni in corso Matteotti.
A metà di tale decennio, al fine di migliorare le condizioni igieniche e per comodità non solo della popolazione locale, si decise di costruire un pubblico orinatoio nella parte sud della piazza dando incarico all’ ing. Cassella Francesco di stilare il relativo progetto.
Col passare del tempo gli alberi piantati seccarono e si ritenne necessario, sul finire del 1926, procedere all’ abbattimento di quelli ormai secchi e sostituirli con nuovi.
Non fu toccato solo l’ albero al centro di fronte all’ orologio essendo ancora rigoglioso.
Sul finire degli anni trenta furono pavimentati a cemento i porticati limitrofi alla piazza da Mercaldo Giacomo di Salvatore su progetto dell’ ing. Cassella Roberto e fu lastricato con “basoli vesuviani” la parte ovest che dall’ attuale corso Matteotti porta all’attuale via Roma.
Il 31.07.1955 furono eseguiti dalla ditta “Angelo Cerracchio” i lavori per pavimentare l’intera piazza con i sampietrini, attualmente esistenti.
Nel 2010 la parte sud est della piazza ed il muraglione furono oggetto di restauro e quest’ultimo fu ricoperto con lastre di marmo bianco da cui fuoriescono scrosci d’acqua, venendo illuminato con luci di diversi colori nelle ore serali, mentre furono piantati alberi nello spiazzo antistante la chiesa dell’Annunziata .

Questa agorà è stata teatro dei principali eventi svoltisi in Montesarchio: mercato settimanale e giornaliero della frutta, spettacoli musicali in occasione di festeggiamenti, comizi politici, cerimonie celebrative dei trionfi sportivi sia locali che nazionali, interminabili partite di calcio dei giovani con rovinose e dolorose cadute sui sampietrini, ma sempre tutti pronti a rialzarsi doloranti ma sorridenti.
Il suo ricordo e la sua “dolce visione” fotografica riscalda il cuore, appannando gli occhi, di quanti novelli figli della “ver sacra” sannita, sono emigrati ma la ricordano quale teatro della spensierata trascorsa gioventù, ricca di dolci ricordi e memori del tempo in essa trascorso; periodo post-adolescenziale caratterizzato da risate, lunghe soste in auto ad ascoltare trasmissioni radiofoniche, di incontri di calcio, poi rigiocati sulle sue pietre, e di programmi musicali di canzoni subito poi declamate a squarciagola sia nelle ore notturne che durante gli spettacoli canori improvvisati ed avversati dagli “anziani” che volevano fruire del loro meritato riposo.

P.S. SI RICORDA CHE QUESTO POST SETTIMANALE E’ POSSIBILE GRAZIE AD ANGELO TINESSA

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