Abbazia S. Nicola
Sulla sommità del borgo “Latovetere” si erge la chiesa Abbaziale di S. Nicola, santo patrono di Montesarchio, col suo il campanile.
Fu chiesa Arcipretale fino al 30 Giugno 1762 quando assurse al titolo di Abbazia.
Il campanile attualmente, ha una forma quadrangolare ed è di origine medioevale, la sua erezione si fa, infatti, risalire intorno al 1250; ha subito vari rifacimenti a seguito dei quali oggi appare di tre piani, separati da una cornice bombata ed all’ultimo piano presenta una bifora con arco a tutto sesto.
La chiesa, il cui aspetto attuale risale al XVII secolo, come risulta dalle date 1613 e 1615 riportate sulle architravi delle porte d’ingresso, è anch’essa di origine medioevale come comprovato dalla struttura della sua navata centrale.
Il portale centrale, quello con la data AD MDCXIII (1613), ha il timpano curvilineo, sormontato da una nicchia rettangolare anch’essa con un timpano triangolare ornato da cuspidi.
In tale nicchia vi è un bassorilievo, in marmo, raffigurante al centro Cristo risorto con la croce nella sinistra e la destra distesa ad indicare i simboli eucaristici. A sinistra, inginocchiati, due membri di confraternita con la “buffa”; a destra, sempre inginocchiati, sono raffigurati due nobili.
Il portale alla sinistra del portone centrale riportante la data AD MDCXV (1615) ed è sormontato da un timpano triangolare.
La navata sinistra sul muro ha un dipinto a tempera raffigurante “Il battesimo di Cristo”, risalente al XIX secolo, di ignoto autore. In esso S. Giovanni versa l’acqua sul capo di Cristo in presenza dello Spirito Santo, raffigurato dalla classica colomba.
Sul pilastro della navata sinistra è conservato il monumento funebre dell’arciprete M. Venerillo, formato da una lastra rettangolare scolpita a bassorilievo raffigurante il busto di un vescovo con relativo stemma, tra due teste di angeli di profilo. Alla base è scolpito: “L’arciprete D. Melchiorre Venerillo morì nell’anno 1527”
L’altare esistente in tale navata è dedicato a S. Nicola raffigurato nella lignea scultura oggi alta m. 1,80.
In origine essa era a mezzo busto fin quando l’abate don Nicola Caruso in un’omelia raccontò di aver sognato il Santo che gli diceva di volere la statua intera, suggerendo di utilizzare a tal uopo il legno della teglia secolare, esistente avanti la chiesa stessa. Fu perciò abbattuto l’albero e la statua fu portata nella forma attuale.
Nella originaria prima navata, dietro l’altare maggiore trovasi il dipinto “La deposizione di Cristo”. risalente al XVI secolo ed attribuito a Giovan Bernardo Lama, esponente della pittura “devoziale”.
Nell’icona Cristo è deposto dalla Croce da Nicodemo ed altri tre uomini; in basso la Vergine, svenuta è sorretta dalle Pie donne, la Maddalena alla estrema sinistra all’estrema destra S. Giovanni e sui loro volti si legge tutta la tragedia vissuta.
Sul muro sinistro del presbiterio trovasi una tempera a muro del XVIII sec. “Visione di S. Girolamo”, oramai quasi illeggibile, in cui S. Girolamo è in basso a sinistra ed un angelo è in alto a destra; sul muro destro altro dipinto raffigurante “Madonna con bambino e santi Francesco da Sales e Filippo Neri”, anch’esso del XVIII secolo, in cui la Madonna è raffigurata con il Bambino, gli angeli ed i santi Filippo Neri a destra e S. Francesco di Sales a sinistra, inginocchiati in adorazione.
Vi è un coro dotato di dodici stalli in legno, alto m. 1,90 risalente al XIX secolo, mentre il pulpito dipinto in verde scuro ed oro con pannelli a motivi floreali, riporta nel pannello in basso le lettere N.A.C. e la data 1873.
La chiesa era dotata di organo, ormai privo di canne, custodito all’interno di un armadio dipinto in verde chiaro, sormontato da un timpano triangolare alto m. 3,20 risalente al XIX secolo.
Sull’arco trionfale campeggia lo stemma, in strucco dipinto, del cardinale Orsini.
La chiesa fu consacrata a S. Nicola il 18 Agosto 1684 dal Cardinale Orsini.
Sopra una colonna “troneggia” la statuina della Madonna acquistata nel 1954 dall’abate don Nicola Caruso a seguito di imperiosa esortazione dell’odierno S. Padre Pio da Pietrelcina.