Varoni
Storia
Con l’Unità d’Italia Varoni conservò la sua entità territoriale continuando ad essere comune autonomo.
In esso vi era un’unica chiesa dedicata all’Assunta.
Nel 1866, però, gli abitanti si accorsero che non erano in grado di far fronte alle spese necessarie ai loro bisogni e, contemporaneamente, a quelle occorrenti per il mantenimento della nuova struttura burocratica amministrativa. Essi richiesero di essere unificati al Comune di Montesarchio.
Il provvedimento fu inviato con nota del 24 gennaio 1867 dalla Prefettura al predetto Comune che nel consiglio del 2 febbraio 1867, ne prese atto.
Tale data segnò l’inizio del nuovo territorio comunale.
La frazione di Varoni era costituita in gran parte da campagna e la sua economia era basata unicamente sull’agricoltura.
Sul finire dell’Ottocento si ebbe un particolare sviluppo edilizio, che fece sorgere numerose abitazioni, in particolar modo su via Carrara. Il fenomeno era causato dall’incremento demografico della popolazione che spinse a richiedere all’amministrazione la costruzione di un nuovo pozzo per provvedere ai bisogni delle persone. Esso fu costruito nel 1906 dalla ditta Finelli Giuseppe.
La nuova struttura, però, non corrispose pienamente allo scopo, tanto che numerose furono le doglianze. Si decise, dunque, di costruire una diramazione dell’acquedotto principale per servire tale frazione.
Alla redazione del progetto provvide l’ingegnere Girolamo D’Amelio, il quale previde un serbatoio della capacità di circa 400 mc al fine di servire acqua potabile anche alle abitazioni dei privati. Il progetto ottenne le relative approvazioni nel 1911.
In un primo tempo, esso fu costruito fino alla contrada Carrara, venendo successivamente esteso fino alla contrada Mosca, mediante l’installazione di una fontana pubblica.
Nel 1909 fu anche approvata, in quella frazione, la costituzione, a spese del Comune, di una scuola di Stato, in considerazione del fatto che era assicurata la frequenza di oltre 40 alunni.
Fino al 1912 l’illuminazione pubblica della contrada restò a petrolio quando la si sostituì con l’illuminazione elettrica che, però, durò poco perché nel 1915 la ditta Franchini e Tibaldi non fu più in grado di assicurarne la fornitura. Solo nel 1923 essa fu riattivata rendendosi necessario anche un aumento delle lampade precedentemente installate.
Nel giugno del 1926 fu anche decisa la costruzione di un nuovo edificio scolastico in quella frazione, fu localizzato il terreno dove esso doveva sorgere ed il progetto affidato all’ingegnere Francesco Cassella.
Agli inizi del 1932 il parroco della chiesa dell’Assunta, mons. Amedeo Lombardi, per permettere ai fedeli di assistere alle funzioni religiose, a sue spese, fece installare tre nuove lampade elettriche per aumentare l’illuminazione pubblica. Due furono posizionate nella traversa stradale che congiungeva via Carrara con la chiesa, ed un’altra nello spazio antistante l’edificio di culto.